Il Friuli 28 febbraio 2020Alla semplice domanda se venga prima l’uomo o la gallina solo uno su mille non ha fornito la risposta giusta.Chi è questa eccezione? Vi chiederete con malcelata e legittima curiosità.
Inizio chiarendo che i mille (meno uno) sono le persone residenti dei Comuni di Fagagna, San Vito di Fagagna e Mereto di Tomba che, ai diritti concessi dalla normativa comunale locale alle galline, antepongono quelli garantiti dalla Costituzione italiana e dalla più recente normativa comunitaria. E che, pertanto, hanno aderito all’opposizione portata avanti dal ‘Comitato 3 Comuni per l’ambientecontro la realizzazione di un maxi-allevamento di 150mila galline ovaiole.
Niente di personale contro i diritti della gallina in quanto tale (ci mancherebbe!), ma profonda avversione per ciò che un assembramento di 150mila esemplari produce per la comunità degli umani. Che, in sintesi, consiste nel:
1) dover vivere all’interno di una nuvola (sniffabile, però, ad altezza di naso umano) del famoso profumoTuf di misture di cacòn di polèc, purcìt e vacje’;
2) dover convivere con un rischio elevato di inquinamento della falda acquifera sottostante la discarica non bonificata vicino alla quale insisterebbe il maxi-allevamento, acqua che serve per dissetare e rinfrescare l’ammasso gallinaceo;
3) correre rischi alla salute derivanti dal probabile inopportuno (ma meno costoso) smaltimento di carcasse di polli, di pollina, ecc.

Mille cittadini
della zona
hanno aderito
al comitato
che si oppone
al nuovo maxi
allevamento
da 150mila
esemplari di
galline ovaiole

L’eccezione?
Il sindaco del Comune di Fagagna solitario e caparbio difensore dei diritti vantati dalle galline (meglio, dal padrone delle galline). 
Padrone ricevuto in Comune per far valere i propri interessi mentre tale chance è stata negata alle popolazioni interessate ed al Comitato. “Prima le Galline!” pare essere il motto che descrive meglio l’azione del sindaco solitario. Perché solitario? Perché dichiarazioni riportate sulla stampa locale smentiscono simpatie gallinacee così spinte da parte dei sindaci degli altri due Comuni e molte perplessità caratterizzato anche la maggioranza chiamata ad approvare in via definitiva l'iniziativa.

Come uscirne?
Con una iniziativa congiunta dei tre Sindaci e del migliaio di persone interessate a trovare una soluzione dignitosa da estendere, al più presto, all’intero Medio Friuli martoriato da una concentrazione di allevamenti intensivi che risulta essere la più elevata d’Italia. E la cui caratteristica è quella di far correre tanti rischi alla popolazione e all’ambiente in assenza di vantaggi per collettività, occupazione e ambiente.

Articolo pubblicato su "Il Friuli" il 28 febbraio 2020 a pagina 9


In un recentissimo  ⇒ articolo  Mario Tozzi ("Deforestazione e allevamenti intensivi. I danni all'ambiente fanno esplodere i virus", La Stampa, 4 marzo 2020), si sofferma sul legame tra lo sviluppo di malattie, la deforestazione e la diffusione degli allevamenti intensivi e richiama la necessità di uno sviluppo armonico del territorio. In generale, dall'articolo si trae un insegnamento che vale anche per il nostro Friuli ossia che "per prenderci cura della nostra salute dobbiamo iniziare a difendere il pianeta". In modo convinto e sistematico adottando le priorità strategiche che vanno a vantaggio di popolazione e ambiente.