Intervento di Fulvio Mattioni al convegno CGIL "Di sot in su" - 31 maggio 2022.
Sullo stesso tema è disponibile ⇒ l'articolo del Messaggero Veneto 6/7/22
S.O.S. Specialità FVG, cioè salvate le nostre anime, - ma anche il nostro corpo, pensando alla pessima prestazione della sanità nostrana nel periodo post-Covid. E certamente non per carenze imputabili agli operatori sanitari che si sono prodigati in questi anni.
L’appello è indirizzato ai Sindaci friulani, alla politica e alla società civile delle ex-province di UD e di PN in particolare.
Ciò perché la Regione intesa come “Palazzo” ha ridimensionato i finanziamenti agli Enti Locali provocando il taglio del personale (almeno il 20% in meno nel solo periodo 2014-2019) e la poca propensione a lavora in essi a causa delle mostruose difficoltà che li caratterizzano.
La salvezza è legata alla possibilità di realizzare un decentramento di funzioni da un “Palazzo” regionale sempre più elefantiaco e burocratico a Comuni sempre più in braghe di tela ancorché più vicini i fabbisogni dei cittadini e delle imprese, entrambi impoveriti dalla crisi.
Il testo in ⇒ pdf .
L'ASSETTO ISTITUZIONALE del FVG
A che serve?
A promuovere lo sviluppo economico e sociale LOCALE fornendo a tutti i residenti
i servizi pubblici necessari in qualunque parte del territorio essi risiedano
Come è strutturato?
1) C’è l’Ente regionale (il «Palazzo») con almeno 4.200 dipendenti (ma, forse, sono 5mila)
2) c’è un Terziario para-pubblico (Società partecipate, Enti, Agenzie, ecc.) con 3.800 dipendenti
3) ci sono i COMUNI (215, con poco più di 8.000 dipendenti concentrati nei 4 comuni capoluogo)
4) ci sono (?) gli ERD (Enti di Decentramento Regionale, le ex-province in versione «ultra-light»)
5) e pochi altri Enti minori (es. Comunità montane)
Come lo era nel 2014, cioè meno di 10 anni fa?
1) il «Palazzo» con meno di 3.000 dipendenti (già allora elefantiaco);
2) il Terziario para-pubblico con meno di 3.000 dipendenti (burka-vestito già allora);
3) le Provincie (circa 2.000 dipendenti) (con competenze «light» rispetto a quelle delle regioni ordinarie);
4) i Comuni con 10.888 dipendenti (ai quali erano già stati alleggeriti i trasferimenti)
Balza agli occhi il calo dei dipendenti comunali (-20%) e, viceversa, l'aumento di +40% di quelli regionali
Tradotto: più burocrazia a «Palazzo» e meno servizi a popolazione ed imprese dai Comuni
Tutto ciò è accaduto quando cittadini ed imprese avevano più bisogno di servizi pubblici meno costosi, della qualità a cui erano abituati e vicini a loro. Cioè nel periodo della «Grande Crisi» (2008-2013), della mini-ripresina (2014-2019) e dello shock pandemico (2020). Ed anche ora
Quali bisogni?
Ad esempio
- collocare gli 84mila lavoratori inutilizzati nel 2021;
- avere la sanità di 15 anni fa;
- case di riposo adeguate;
- zone ed aree industriali attrattive;
- lavoratori formati;
- ecc. ecc.
Che faceva la Regione Autonoma FVG negli stessi anni? L’ALIENA.
Due esempi
1) il Patto Tondo-Tremonti costato al bilancio regionale 3,3 miliardi in cambio … del nulla;
2) si accollava il costo della terza corsia su una autostrada «in affitto»: altri 3 miliardi (?);
3) e diverse altre amenità costose (Mediocredito, Comparto Unico, ecc.)
COME SI E’ ARRIVATI A CIO’?
Facendo 3 errori madornali:
- Ignorando la volontà di DECENTRARE funzioni, personale e risorse finanziarie dal «Palazzo»
agli Enti Locali (leggasi COMUNI) sancita con la l.r. 13/1998 in funzione della quale è stato istituito
il Comparto Unico del pubblico impiego regionale (art. 137); - Scegliendo Province «light», vale a dire con funzioni limitate rispetto a quelle assegnate alle
Province delle regioni ordinarie (per non considerare quelle delle province autonome); - Intervenendo nei confronti dei Comuni sempre in termini di «razionalizzazione», cioè di calo dei
Costi. Mai di valorizzazione, di potenziamento del sistema dei Comuni.
Non a caso i trasferimenti ordinari ai Comuni sono stati tagliati fin dall’inizio del decennio scorso
I risultati fin qui ottenuti dall’ultima legge di riforma degli Enti Locali (l.r. 21/2019)?
- 4 ERD (ex-province) che stanno in un limbo giuridico, comunque privi di compiti da svolgere;
- 5 Comunità montane (148.865 residenti, distribuiti tra la ex-provincia di PN ed UD). Obbligatorie;
- 1 Comunità collinare (49.151 residenti, ex-provincia di UD). Obbligatoria;
- 3 Comunità (102.581 residenti tra PN ed UD. Volontarie.
In sintesi:
• ha coinvolto 300.597 residenti (il 25% di tutto il FVG)
• ha obbligato 198.016 a far parte delle 5 Comunità montane ed 1 Collinare (tutte a PN ed UD)
• ha interessato 102.581 residenti in 3 Comunità «volontarie»
• non ha interessato alcun residente delle ex-province di GO e TS
LA PROPOSTA di RILANCIAFRIULI
Ripartire da un sistema istituzionale del FVG capace di salvare la SPECIALITA’ nostrana, perché:
- EFFICACE (erogando sempre più servizi pubblici, meno costosi, di buona qualità)
- EFFICIENTE (perché ancor più vicino al cittadino e all’impresa)
- EQUO (perché offre le stesse opportunità di fruizione dei servizi pubblici su tutto il FVG)
Ovvero da 2 punti fermi
- Il DECENTRAMENTO di funzioni (e personale e quattrini conseguenti) dal livello regionale verso
opportune aggregazioni di Comuni; - Una opportuna «zonizzazione» delle aggregazioni che tenga conto delle esperienze fatte con le
l.r. 1/2006, 26/2014 e 21/2019
Da esse, infatti, si è appreso che:
- MAI PIU’ aggregazioni su base volontaria (sono state ben 47 le forme associative partorite dalla 1/2006 mentre appena 3 le Comunità «volontarie» istituite con la 21/2019 (poco più di 100mila residenti);
- MAI PIU’ aggregazioni «calate dall’alto» (l.r. 26/2014);
- alla Amministrazione Regionalw spetta sia l’obbligo della proposta che la ricerca di una sua condivisione/miglioramento;
- l’associazionismo tra Comuni rimane lo strumento migliore per rafforzare le aggregazioni;
- le fusioni sono invise alla popolazione e producono risultati banali;
- le dimensioni delle aggregazioni debbono essere il più possibile simili;
- la «taglia» delle aggregazioni è determinata dalla significatività del decentramento che si intende attuare e vi può essere una segmentazione interna a seconda dei servizi da erogare;
- oltre alla gestione dei servizi pubblici è opportuno decentrare anche politiche di sviluppo
RILANCIAFRIULI propone – a settembre - una
«Conferenza per il riassetto istituzionale del Friuli»
con il protagonismo dei Sindaci, della politica e degli attori sociali dotati di buona volontà (forti e liberi)
PUO’ INTERESSARE A QUALCUNO?
La casella postale ⇒
contributi alla discussione sugli assetti istituzionali del territorio regionale FVG.
È collegata al sito di riferimento www.rilanciafriuli.it