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Una tavola rotonda sul “Pordenonese” il 16 febbraio, con interventi di forte spessore. Perché è il momento di raccogliere e far conoscere la progettualità del territorio. Perché la ripartenza è ormai in atto.
Qui di seguito la ⇒ presentazione (può essere vista a pieno schermo cliccando sull'icona in basso a destra)
Il FRIULI ha sofferto la “Grande crisi” 2008-2013 in modo profondo, la ripresa 2014-2019 è stata parziale, la pandemia ha provocato il tracollo del 2020.
Gli ultimi investimenti strategici rilevanti risalgono al post-terremoto. I fondi in arrivo dal PNRR e le risorse derivanti dal recente Patto Stato-R.A. Fvg, tuttavia, consentono l’avvio di una nuova ondata di investimenti capace di innescare una adeguata ripartenza ed uno sviluppo che si protrae nel tempo.
Di questo sviluppo potenziale può, deve beneficiare la “Next Generation” locale, i nostri figli, i giovani di oggi e di domani.
Per essere protagonista, il territorio friulano è chiamato a ritrovare una propria identità, a “fare squadra”, a valorizzare le diversità produttive ed i molteplici campanili. Varietà che oggi il livello regionale fa fatica a cogliere, a sintetizzare e tantomeno a soddisfare. Ciò accade orma da decenni.
Tocca ora al Pordenonese battere un colpo. Lo potrà fare nell’occasione che viene proposta il 16 febbraio perché la rappresentanza e l’autorevolezza dei partecipanti può alimentare un progetto collettivo, cui “RilanciaFriuli” vuole contribuire. Anche perché il suo completamento e la sua realizzazione richiede tempi brevissimi.
TAVOLA ROTONDA
Mercoledì 16 febbraio alle ore 18:00 a Roveredo in Piano - Il PORDENONESE c’è. Per la ripartenza e la Next Generation
Auditorium Comunale «G. Galilei» Via Donatori del Sangue, 9 - Gentilmente concesso dal Comune di Roveredo in Piano
INTERVENGONO Michelangelo AGRUSTI - Presidente Confindustria Alto Adriatico; Giampaolo BIDOLI - Consigliere Regionale FVG; Giuseppe BORTOLUSSI - AD Interporto di Pordenone; Alessandro CIRIANI - Sindaco di Pordenone; Renzo LIVA - Responsabile economia PD FVG; Piero Mauro ZANIN - Presidente Consiglio Regione FVG; Emanuele ZANON - Consigliere Regionale FVG; Fulvio Mattioni - Economista – RilanciaFriuli
MODERA Elena Del Giudice - Messaggero Veneto
Sull'iniziativa è stato pubblicato sul Messaggero Veneto del 17/2/22 un interessante articolo di Elena Del Giudice
Dalla presentazione di Fulvio Mattioni:
SERVONO PROGETTI STRATEGICI, DI LUNGO RESPIRO (o cedendo alla moda: RESILIENTI)
Ecco alcune «idee progettuali» per fronteggiare le carenze viste:
- Formazione / Lavoro - FVG Impresa+ - IRRI FVG SpA - Logistica FVG - PAI - Anziani sereni - Territorio Protagonista Cos'è tutto questo? Sono alcune proposte RilanciaFriuli esposte a Roveredo in Piano |
1.«Formazione&Lavoro». Da coinvolge almeno 40mila lavoratori inutilizzati, in 5 anni. Protagonisti?
Il formando e l’impresa, chiamati a definire il piano di formazione, segue l’attività formativa, lo stage
e l’inserimento lavorativo o la creazione d’impresa
2.«FVG Impresa Plus». Agenzia che cerca imprese e investitori italiani ed internazionali al fine di
integrare e/o arricchire il mix produttivo friulano (non competitori) occupando manodopera qualificata.
Imprese da localizzare nelle aree richiamate nel successivo progetto Logistica Fvg
3.«IRRI FVG spa». Istituto per la Ripartenza e la Resilienza Italiana del FVG, organizza e gestisce in
maniera professionale e trasparente le risorse nostrane del PNNR-Italia e quelle derivanti dalla revisione
del Patto con lo Stato. Gestisce il sito «FVG domani» onde rendere trasparenti opportunità e risultati
4.«Logistica FVG». Progetto che mette assieme Interporti, Consorzi di aree industriali, ecc. nostrani
al fine di definirne i fabbisogni di investimento. Per cosa? Essere collegati e fruibili, essere attraenti alla
localizzazione di nuove imprese locali, nazionali ed estere
5.«PAI». Legge che promuove un Piano di Aggregazione di Imprese per superarne il nanismo.
Come? Abbattendo i costi del progetto di aggregazione ed agevolando gli investimenti necessari
6.«Anziani Sereni», un Piano di investimenti che amplia ed adegua le case di riposo pubbliche.
E’ una risposta alle migliaia di persone in lista di attesa che non possono permettersi i costi delle case
di riposo private garantendo, altresì, standard di servizio più elevati e più sicuri
7.«Territorio protagonista», dare subito alle ERD competenze in materia di collocamento,
formazione professionale, zone ed aree industriali, assistenza agli anziani. Prevedere il protagonismo
dei Comuni capoluogo e di opportune aggregazioni. La sfida del sisma ’76 si è vinta con il territorio.
Pertanto... (tocca a voi). BUON LAVORO!
_____________________________
Organizzato nell’ambito dei Progetti Strategici RilanciaFriuli 2022-2026 per il Piano di ripresa in FVG
16Febbraio2022-TavolaRotonda.pdf (226 kB)
- Fulvio Mattioni
- Articolo
Sulla mancata attribuzione a Udine e Pordenone dei fondi per la "Rigenerazione urbana" sono comparsi, nel corso di questo mese, interviste, articoli e interventi. Questo è il "punto" di RilanciaFriuli. Un'analisi di Fulvio Mattioni. Il relativo articolo è stato pubblicato sul "Messaggero Veneto" del 6 febbraio 2022 con il titolo "La regione e i fondi del PNRR".
Qualche giorno fa il Ministero dell’Interno ha reso noto l’elenco dei 483 Comuni, delle 1.748 opere finanziate ed il valore del contributo concesso a ciascuna di esse per gli investimenti finalizzati alla rigenerazione urbana che somma a 3,4 miliardi.
I Comuni che potevano richiedere il contributo? Quelli con una popolazione superiore ai 15mila abitanti, i Comuni capoluogo di provincia e le 14 Città metropolitane italiane.
Le risorse stanziate? 3,4 miliardi di euro per il periodo 2021-2026 cui faranno seguito altri 5,1 miliardi nel periodo 2027-2034. Gli 8,5 miliardi complessivi sono stati previsti dalla Legge di Bilancio per il 2020 mentre il dpcm 21.01.2021 ha stabilito le modalità per la presentazione delle domande e i criteri per l’assegnazione dei contributi.
Come valutare i risultati del bando ministeriale sapendo soltanto che sono stati presentati 2.418 progetti, che i progetti ammissibili sono stati 2.325, che quelli ammessi a contributo sono 1.784 e, infine, che al Friuli V.G. arriveranno appena 1,6 milioni (cioè lo 0,029%) dei 3,4 miliardi totali?
Tabella 1. I progetti finanziati |
|||||
Regioni |
Finanziamenti |
Comuni |
Regioni |
Finanziamenti |
Comuni |
Campania |
489.098.634,75 |
79 |
Sardegna |
156.540.276,70 |
15 |
Sicilia |
123.222.863,40 |
60 |
Abruzzo |
124.720.491,00 |
14 |
Puglia |
399.123.046,20 |
59 |
Liguria |
116.809.800,00 |
11 |
Lazio |
336.856.269,80 |
53 |
Umbria |
79.118.973,00 |
12 |
Toscana |
314.350.305,70 |
47 |
Molise |
59.915.689,98 |
3 |
Emilia R. |
270.357.286,90 |
23 |
Basilicata |
33.200.000,00 |
3 |
Lombardia |
211.914.609,70 |
22 |
Veneto |
30.725.595,25 |
7 |
Marche |
171.523.846,70 |
16 |
Trentino A.A. |
28.133.220,54 |
4 |
Piemonte |
167.684.524,00 |
20 |
Valle d'Aosta |
11.902.482,28 |
1 |
Calabria |
164.126.283,20 |
18 |
Friuli V.G. |
1.600.000,00 |
1 |
Fonte: ANCI
Cosa hanno prodotto le informazioni testé riportate e quelle contenute nella tabella?
Ecco un estratto dei giudizi espressi dalla politica nostrana sul Messaggero Veneto nei giorni scorsi. “Scandaloso”; “non si può accettare questo trattamento, è troppo discriminatorio”; “evidente disparità di trattamento ragionando in termini di proporzione tra numero di abitanti e quantità di finanziamenti erogati”; “La ragione? (della disparità di trattamento) In attesa di conoscerla, nego l’esistenza di parametri di valutazione oggettivi”; se il presidente nazionale dell’ANCI ha deciso di inviare una nota ai Ministri dell’Economia e degli Interni sull’assegnazione dei fondi, qualcosa evidentemente non torna”.
Come valutare tali… valutazioni?
Cercando di saperne più. Iniziando dalla conoscenza della finalità che sta a monte dell’erogazione dei contributi in oggetto, ovvero chiedendoci cosa sia e a che cosa serve la rigenerazione urbana. Si può rispondere che consiste in una serie di azioni volte al recupero e alla riqualificazione di uno spazio urbano limitando il consumo di territorio a tutela della sostenibilità ambientale.
Ma c’è di più: riqualificare un'area o rigenerarla è una azione che serve a migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Si spiega così, dunque, perché il suddetto dpcm affida ai progetti di rigenerazione urbana anche il compito di ridurre i fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. (Che sono di gran lunga più presenti nei Comuni del Mezzogiorno e del Centro dell’Italia).
Il dpcm in questione, pertanto, individua anche lo strumento tecnico da utilizzare per misurare la gravità della rigenerazione da realizzare: è l’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) elaborato dall’Istat per ciascun Comune italiano e per le 14 città metropolitane. L’indice IVSM è multidimensionale perché viene calcolato tenendo conto di ben 7 indicatori che si possono trovare esplicitati (per mere ragioni di spazio) nell’Allegato 1 consultabile nel sito https://www.rilanciafriuli.it (assieme all’Allegato 2 che illustra le priorità originate dai valori da esso assunti e all’Allegato 3 che identifica le macro-caratteristiche dei 31 progetti presentati dai Comuni del nostro Friuli V.G.).
Gli indicatori dell’IVSM enfatizzano e quantificano soprattutto il disagio sociale e la povertà della popolazione (di lavoro, di istruzione, dell’abitare e la debolezza delle famiglie). Ed il suo significato numerico è chiarissimo: più alto è il valore dell’indice maggiore è la vulnerabilità rilevata e, di conseguenza, maggiore è la priorità attribuita all’intervento di contrasto. La rigenerazione urbana è stata valutata nei suoi aspetti sociali, dunque, al fine di porre in essere un intervento dove la coesione sociale e la solidarietà tra territori la fanno da protagoniste.
Perché è stato confezionato – anche - l’IVSM [indice di vulnerabilità sociale e materiale]? Perché era scontato che l’ammontare dei contributi richiesti dai Comuni avrebbe superato l’ammontare delle risorse disponibili. E così, il dpcm 21.01.2021, ha previsto (all’art.5) che l’individuazione dei progetti finanziabili “favorisca i Comuni che presentano un valore più elevato dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale” (comma 2).
Scorrendo in modo decrescente il valore dell’IVSM dei 483 Comuni finanziati, si scopre che l’ultimo Comune della lista (Bergamo, 16 progetti finanziati per oltre 20 milioni di euro) ha un valore dell’IVSM pari a 98,44. Possediamo, ora, tutte le informazioni per leggere correttamente le informazioni contenute nella tabella 2 (e nella precedente tabella 1) e valutare i giudizi menzionati poc’anzi. Che fissiamo in pochi punti essenziali.
Tabella 2. Le principali caratteristiche dei progetti presentati in Friuli V.G.
ex-Province |
Comuni |
Investimenti |
Contributi |
Progetti |
Ammessi |
Finanziati |
IVSM |
GO |
Monfalcone |
1.600.000,00 |
1.528.000,00 |
1 |
Sì |
SI |
100,4 |
GO |
Gorizia |
21.324.000,00 |
19.911.767,80 |
10 |
Sì |
NO |
98,3 |
UD |
Udine |
24.716.000,00 |
19.105.048,32 |
3 |
Sì |
NO |
98,1 |
PN |
Pordenone |
23.656.180,00 |
19.937.488,75 |
8 |
Sì |
NO |
97,7 |
PN |
S. Vito al Tagliamento |
1.800.000,00 |
1.800.000,00 |
1 |
Sì |
NO |
97,6 |
PN |
Sacile |
5.200.000,00 |
5.000.000,00 |
1 |
Sì |
NO |
96,9 |
PN |
Porcia |
5.267.044,22 |
5.000.000,00 |
1 |
Sì |
NO |
96,7 |
UD |
Codroipo |
4.060.950,00 |
4.060.950,00 |
1 |
Sì |
NO |
96,7 |
PN |
Cordenons |
10.000.000,00 |
5.000.000,00 |
1 |
NO* |
NO |
96,3 |
PN |
Azzano Decimo |
1.710.000,00 |
1.305.831,18 |
4 |
Sì |
NO |
96,2 |
Totale GO |
2 |
22.924.000,00 |
21.439.767,80 |
11 |
11 Sì |
1 Si |
|
Totale PN |
6 |
47.633.224,22 |
38.043.319,93 |
16 |
15 Sì |
16 No |
|
Totale UD |
2 |
28.776.950,00 |
23.165.998,32 |
4 |
4 Sì |
4 No |
|
FVG |
10 |
99.334.174,22 |
82.649.086,05 |
31 |
30 Sì |
1 Sì |
Fonte: ns. elaborazioni su dati Ministero dell’Interno
. La missione della rigenerazione urbana è stata inserita negli interventi del PNRR come intervento straordinario di riequilibrio territoriale attraverso il contrasto del disagio e delle povertà sociali. L’adozione dell’IVSM ne è l’esplicitazione più chiara, coerente e trasparente per cui contestare l’adozione dell’IVSM significa pentirsi di aver messo il turbo alla coesione e alla solidarietà territoriale. Uno
Due. Non c’è alcunché di scandaloso nella determinazione dei contributi riconosciuti ai 483 Comuni italiani perché ottenuta con il criterio oggettivo dell’IVSM adottato nel caso (verificatosi) di risorse stanziate insufficienti a finanziare tutti i progetti ammissibili.
Tre. Si spiega così sia la non ammissione a finanziamento di 30 dei 31 progetti nostrani sia il positivo risultato ottenuto dal Comune di Monfalcone.
Quattro. Non c’è disparità di trattamento perché il criterio non è quello di erogare contributi tenendo conto della numerosità dei residenti nei Comuni.
Cinque. Non c’è niente di strano o misterioso nelle cifre dei contributi concessi. L’ANCI nazionale si è limitato a chiedere di stanziare la differenza rilevata tra il valore dei progetti ammessi e quelli finanziati. Che supera, come si è detto, i 900 milioni di euro.
Sei. Ė una richiesta (legittima) al Governo di mettere risorse aggiuntive per esaudire tutti i fabbisogni, richiesta che può essere accolta o meno ma che non contesta il criterio dell’IVSM quale discrimine delle risorse concesse.
Richiesta di fondi addizionali che, assieme all’auspicio che il nuovo anno possa rigenerare alcuni settori della politica locale nostrana, intendiamo senz’altro caldeggiare.
167 Allegato1_IndicatoriIndiceVulnerabilita.html (0 kB) Indice di Vulnerabilità
167 Allegato2_IVSM.html (0 kB) IVSM
167 Allegato3_CaratteristicheProgettiFVG.html (0 kB) Caratteristiche Progetti FVG
Allegati:
- Allegato 1. I 7 indicatori utilizzati per costruire l’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM)
- Allegato 2. L’Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale (IVSM): valori e priorità
- Allegato 3. Le principali macro-caratteristiche di 31 progetti del Friuli V.G.
- Furio Petrossi
- Articolo
Articolo di Furio Petrossi sul Messaggero Veneto del 10/2/22
La Scuola è ormai riaperta. Si fa per dire. Non mancano le scuole chiuse, gli studenti assenti per contagio o per prudenza, il personale assente. Tutto previsto nell’appello dei "Presidi" - più di duemila, tra cui un'ottantina della nostra regione – in cui si chiedeva la "sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane".
Un appello doloroso, che segna tre sconfitte: quella della Sanità, quella della capacità organizzativa della Scuola e quella del buon uso delle tecnologie nell'apprendimento/insegnamento.
Le lezioni a distanza devono riprendere, almeno per chi è assente, perché il nostro Paese garantisce il diritto allo studio, ma è necessario un cambiamento radicale. Di questo cambiamento parla Riccardo Luna su “Repubblica” di domenica nell’articolo “La DaD [didattica a distanza] è un’occasione persa”. Nell’esperienza di studenti, insegnanti e genitori – pur nelle difficoltà tecniche e di organizzazione – la DaD ha avuto diversi aspetti positivi. Non può essere però considerata solo un modo per evitare il contagio (per cui invece esistono la vaccinazione, il distanziamento, le mascherine e la disinfezione).
C’è un fraintendimento di fondo. Si parla di DaD solo come soluzione di emergenza, ma la DaD non è una maglia di lana che si usa quando fa freddo e si butta con l'arrivo della primavera. Vederla come emergenza ci impedisce di riflettere sulla sua natura, tanto “terminerà presto”. Questo la rende “un’occasione persa”, mentre deve diventare “un’occasione in più”, un vero aiuto permanente alla didattica.
In questi due anni la DaD non è diventata “un’occasione in più”. Sarò più chiaro. Accuso la Scuola italiana di aver sabotato l'uso di strumenti tecnologici per migliorare l'apprendimento, trasformandoli in una sequenza ininterrotta di lezioni frontali davanti allo schermo del computer. Le tecnologie dovrebbero aiutare gli studenti a migliorare, invece in un anno di lockdown e DaD le competenze degli studenti sono calate in tutta Italia. Né Comuni, né Regioni, né Stato, né Scuola hanno fatto alcunché per trasformare l'insegnamento a distanza da emergenza a opportunità. Salvo diverse eccezioni lodevoli, anche in regione, attuate grazie all’abnegazione e alla professionalità di tanti, ma che non cambiano il quadro generale.
Troppo critico? Allora insisto: “Abbasso la DaD!”.
- Fulvio Mattioni
- Articolo
Articolo di Fulvio Mattioni pubblicato sul "Messaggero Veneto" il 24 dicembre 2021 con il titolo "Uno Stato rafforzato garantisce equità in Economia".
Quali gli accadimenti degli ultimi cento anni con riferimento al ruolo dello Stato nell'economia e nella società e di quel che ne consegue?
Cento anni fa la credenza liberista nella "mano invisibile" del mercato che confeziona il migliore dei mondi possibili è stata sconfessata ben due volte.
Da chi?
Dalla crisi del capitalismo mondiale del '29 e dalla teoria liberale che ha permesso al capitalismo di superarla.
Cosa si sperava facesse la famosa mano invisibile (che nessuno ha mai visto, ovviamente)? Garantire il massimo dello sviluppo economico e una equa distribuzione delle risorse nel presupposto (assurdo) che tutti gli individui (europei, africani, del polo nord, americani, della foresta amazzonica, lapponi, asiatici, ecc.) hanno le stesse conoscenze e opportunità di mercato. La devastante crisi del '29 ha messo tutti di fronte all'inesistenza della mano invisibile.
Ma, fortunatamente, ha anche trovato in J.M. Keynes l'economista liberale che, per superarla, ha affidato tale compito allo Stato e concepito una serie di istituzioni internazionali per la concreta azione del salvataggio per nulla scontato.
E poi? Negli anni Sessanta del secolo scorso la teoria liberale keynesiana si è consolidata con i concetti e le pratiche dell'economia mista (di Stato e mercato), dell'economia sociale di mercato tedesca e con il miracolo economico italiano degli anni Sessanta.
All'inizio degli anni Ottanta, però, si comincia a tornare indietro con la "reaganomics" (negli Usa) mentre a livello europeo e italiano la mossa del gambero è compiuta con la nefasta pratica dell'Austerità Espansiva che ha imperversato negli ultimi 20 anni. Perché nefasta? Perché ha retrocesso l'economia comunitaria dal primo al terzo posto mondiale (dopo Stati Uniti e Cina), provocato la decrescita infelice dell'Italia e il ritorno della povertà estrema a livello comunitario. Aspetto, quest'ultimo, colto già nel 2000 nel Consiglio Europeo di Lisbona e vieppiù maturato con le sollecitazioni all'Italia da parte della Ue perché introducesse una specifica misura di contrasto (il Reddito-Pensione di Cittadinanza).
L'essenza della "Reaganomics" americana e della "Austerità Espansiva" europea? Il ridimensionamento del ruolo dello Stato, cioè meno spesa pubblica onde "affamare la bestia" (come diceva Reagan che se ne infischiava, dunque, di affamare assieme alla bestia anche i bisognosi).
Quale la fede sottostante? Che l'economia privata, da sola, sia in grado (anche in tempi di Grande Crisi) di produrre espansione, crescita del reddito e lavoro per tutti. Fede fallita visto che lo stesso Reagan ha fatto marcia indietro appena due anni dopo all'inizio del suo secondo mandato.
Come si è affamata la bestia in Italia? Eliminando lo Stato imprenditore (le Partecipazioni Statali, l'Iri, ecc.), tagliando l'occupazione pubblica e i servizi pubblici sostituti da app e "fai da te" (che producono una severa "segregazione informatica" tra i cittadini), rendendo meno progressivo il sistema tributario nonché più complesso (grazie ai vari commercialisti e avvocati tributaristi presenti in Parlamento in una misura che supera il 10% dei parlamentari), oscurando l'evasione tributaria e contributiva più elevata d'Europa, lasciando ai dipendenti (pubblici e privati) e ai pensionati l'onore di pagare le tasse.
L'esito finale? 5,6 milioni di indigenti nel 2020 contro gli 1,8 milioni del 2007 e la quota di persone a rischio di povertà più consistente d'Europa.
Perché ciò?
- Fulvio Mattioni
- Articolo
Il reddito di cittadinanza fuori dalle schermaglie. Le caricature rischiano di minare una misura lungamente sollecitata dall’Unione Europea
Articolo di Fulvio Mattioni, pubblicato su La vita cattolica del 22/12/21
Il dibattito "tecnico" sul Reddito di Cittadinanza - Pensione di Cittadinanza (RdC-PdC) ha ribadito l'urgenza di rafforzare questa politica economica lungamente sollecitata all'Italia dall'Unione Europea (UE). UE che aveva messo in campo un intervento specifico assai per tempo - era il 2000, al Consiglio Europeo di Lisbona - onde "sradicare" dal suolo comunitario la povertà entro il 2010. Obiettivo mancato, però, cosicché, dieci anni dopo, la strategia "Europa 2020" persegue la sua riduzione del 20% entro il 2020.
Obiettivo raggiunto? Solo parzialmente, anche perché l'Italia l'ha, invece, aumentata preoccupando la UE che l'aveva sollecitata a darsi da fare.
Come rafforzare, allora, la lotta italiana alla povertà?
I suggerimenti proposti dai lavori dell'Alleanza contro la povertà, dalla Caritas e dall'apposito Comitato istituito presso il Ministero del lavoro sono puntuali, ragionevoli e convincenti.
Il dibattito politico?
Si è limitato dapprima alla conta di favorevoli e contrari precipitando, in seguito, a mera propaganda da parte dei contrari, propaganda volta a far coincidere i 3,6 milioni di beneficiari del RdC-PdC con i pochi furbetti che l'avevano avuto imbrogliando. (Furbetti che rubano ben due volte: una volta allo Stato e l'altra ai veri poveri. Furbetti individuati e puniti con la revoca della misura, peraltro).