PDF
Articolo

 

La Cooperativa di Comunità: uno strumento di sostegno e sviluppo per i borghi di montagnaLa Cooperativa di Comunità: uno strumento di sostegno e sviluppo per i borghi di montagnaSucciso è un piccolo borgo sull’appennino Tosco-Emiliano in provincia di Reggio Emilia. Si trova ad un’ altitudine di 980 metri sul livello del mare e conta 65 abitanti. E’ una frazione del comune di Ventasso, costituito nel 2016 a seguito della fusione di due comuni con poco meno di mille residenti e altri due che di abitanti ne contavano poco di più e che già collaboravano nella Unione dei comuni dell’alto Appennino reggiano (e anche questo dovrebbe dire qualcosa in una Regione che ha varato tre riforme in 15 anni).

Nel 1991, a Succiso, chiusero in rapida successione l’ultimo bar e il solo negozio di alimentari che vi era. Venuti a mancare i soli servizi e punti di aggregazione rimasti, per il piccolo borgo si profilava il tracollo definitivo, con l’abbandono degli ultimi resistenti… pardon residenti.

E' stramaturo il tempo
di avviare un
"
Progetto Montagna
2020-2030"

Fu allora che i “ragazzi” della Pro loco si rimboccarono le maniche e costituirono la “Cooperativa Valle dei cavalieri”, dal nome dell’area geografica in cui si trova Succiso. Non una cooperativa di consumo, non di produzione, non di credito, non di servizi, non solo sociale, ma di “tutto un poco” di quello che serviva alla sopravvivenza e al rilancio della piccola comunità.

Un po’ alla volta hanno riaperto il negozio, il bar, un ristorante, un forno, un agriturismo; avviato allevamenti, produzioni di formaggi, latticini e salumi; promosso e sostenuto attività sociali, di lavoro, manutenzione territorio, cultura, attività didattiche, sportive e del tempo libero; avviato servizi di trasporto locale, ritiro e recapito (merci, posta, farmaci).

Essendo in pochi hanno dovuto e saputo sfruttare al massimo la flessibilità e l’eccletticità di ciascuno, talché ognuno dei soci e lavoratori ricopre almeno tre o quattro ruoli e ha dovuto imparare altrettanti mestieri. Succede così che, per esempio, chi prima dell’alba sforna il pane, al mattino guida il pulmino per il trasporto degli studenti e degli anziani ove sono scuole e servizi sanitari, al ritorno porta in paese merci, la posta e i farmaci, provvedendo alla distribuzione, poi magari alla sera è di turno al bar o al ristorante. Così per tutti gli altri. La cooperativa festeggerà tra poco i 30 anni di attività; ora ha 55 soci, praticamente l’intero paese, 7 dipendenti fissi e tanti collaboratori a tempo parziale. Ed è un modello studiato in tutto il modo! Non a caso sono venuti a Succiso da Canada, Stati Uniti, Giappone, Corea e altri paesi. Meno dall’Italia (come sempre purtroppo) e una normativa nazionale ancora non c’è, vi hanno provveduto, bensì, alcune regioni a partire dall’Emilia Romagna. Non ancora la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Cooperativa valle dei cavalieriCooperativa valle dei cavalieriSenza nemmeno averne la consapevolezza, i “ragazzi della Pro” che non si rassegnarono ad abbandonare il loro borgo e vederlo morire, hanno inventato la Cooperativa di Comunità, una nuova forma di impresa; un modello di innovazione economica e sociale dove i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi,  che crea sinergia e coesione in una comunità, mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, associazioni e istituzioni, rispondendo così ad esigenze plurime di mutualità, con l ‘obiettivo di produrre vantaggi a favore della comunità alla quale i soci promotori appartengono. E ciò viene perseguito attraverso la produzione di beni e servizi per incidere in modo stabile su aspetti fondamentali della qualità della vita sociale ed economica della comunità.

La prima Cooperativa di Comunità d’Italia non ha solamente salvato il borgo montano di Succiso, lo ha rilanciato e ne ha fatto un modello, studiato ed esportato in tutto il mondo. Cooperativa Valle Dei Cavalieri: un nome che ricorda quello di una favola. Effettivamente in questa storia ci sono tutti gli ingredienti di una favola a lieto fine. Che speriamo possa ripetersi in altre valli, soprattutto là dove ci sono dei borghi che si stanno spopolando: praticamente in tutta la montagna friulana

[zt_blockquotes type="box" author="Ubaldo Muzzatti"  extra-class="blockquotes"]Il messaggio è cristallino: “Aiutatevi tra di voi e io vi aiuto ad aiutarvi”.[/zt_blockquotes]Caduto nell'oblio il Progetto Montagna avviato nella seconda metà degli anni '80 e chiusa l'esperienza di Agemont spa è stramaturo il tempo di avviare un "Progetto Montagna 2020-2030". Oltre agli incentivi economici, esso deve prevedere strumenti di promozione, formazione e assistenza consulenziale aventi il fine che i residenti costituiscano e sviluppino le Cooperative di Comunità valorizzando il modello e la funzione svolta da anni in tal senso dalla cooperativa Cramars.

Il messaggio del Progetto Montagna 2020-2030? Cristallino: “Aiutatevi tra di voi e io vi aiuto ad aiutarvi”.