Nel corso del 2019 è proseguito il rallentamento dell’attività economica, che ha interessato quasi tutti i settori produttivi”, dice l’indagine congiunturale della Banca d’Italia riferendosi al primo semestre del 2019. E prima? Il reddito prodotto dall’economia del Fvg è calato dell’8,5% nel periodo 2008-2018 e dell’11% quello del Friuli a causa del tracollo dell’ex-provincia di Udine (-16%). L’economia della ex-provincia di Trieste, invece, è aumentata del 2,3%.

Tracollo del
Pil: in 10 anni
è calato del
16%, contro
il meno
11,2% del
Mezzogiorno
e il meno
5,7% del
Paese

Lo dicono i dati Istat e Istituto Tagliacarne (che fa parte del sistema nazionale delle Cciaa). L’Italia? -5,7%; il Mezzogiorno? -11,2%; l’Area dell’Euro? +8,2%; quello globale? +37,4%. E quello cinese? +89,1%!
Perché tanti numeri? Per non dare i numeri, ovviamente! Per ribadire che il reddito mondiale non viene confezionato su Marte, ma è sommatoria di quelli nazionali che, a loro volta, sono la somma di quelli regionali e provinciali. Inoltre, per ricordare che il Pil esprime la quantità di lavoro resa disponibile dall’economia e, infine, che sul reddito nazionale si applicano i parametri di Maastricht e a essi si inchina la politica di bilancio degli Stati della Ue e delle regioni italiane soggette al patto interno di stabilità. Ciò premesso vengo al punto: come interpretare la perplessa perplessità del presidente della Ciaa di Udine e Pordenone sul Pil nazionale e di livello inferiore? Sono inutili le istituzioni economiche europee, italiane, del Fvg e il sistema delle Cciaa? Perché la ‘decrescita infelicissisma’ della provincia udinese gli fa dire che “in una economia mondiale complessa come l’attuale non è facile parlare di Pil nazionale, figuriamoci di quello provinciale”? Non sarebbe logico, invece, che il fatto che gli altri corrono come lepri e leprotti fosse di sprone a fare qualcosa per imitarli? Magari anche solo per risultare simpatici bradipi anziché gamberi imbattibili?[zt_blockquotes type="box" author="Fulvio Mattioni" author-link="" extra-class="blockquotes"]Gli altri corrono come lepri: noi dovremmo imitarli almeno per risultare dei bradipi invece che dei gamberi[/zt_blockquotes] Non sarà che tale posizione spieghi l’inerzia neghittosa della classe dirigente udinese degli ultimi 20 anni e il nostro declino? Segnali di speranza? Un paio. Il primo è la recente consapevolezza espressa dai sindacati circa la profonda sofferenza dei lavoratori friulani dovuta a carenza di lavoro e svalorizzazione di quello in essere e le conseguenti sollecitazioni (ancora timide) fatte alla politica regionale per l’attivazione di politiche del lavoro, formative e industriali. Il secondo è l’imminente disponibilità del sito www.rilanciafriuli.it il cui nome fissa chiaramente l’obiettivo da perseguire. Con la condivisione - cruciale - di tutti coloro che in esso si riconoscono. (Il Friuli)


 IlFriuli-29novembre2019.pdf (0 kB) Il Friuli 29/11/19