Con il 2019 si arresta la ‘ripresina’ del reddito, che ha toccato il suo apice nel 2017 (+1,3% del Pil), si è dimezzato nel 2018 (+0,6%) trasformandosi, ahinoi, in novella crisi. Ripresina più leggera in Fvg che in Italia e che, in provincia di Udine, è mini-ripresina. Tre i segnali più evidenti della crisi 2019: il cedimento dell’export e quello dell’occupazione Fvg nei primi nove mesi dell’anno, ma - peggio ancora - quello dell’occupazione tendenziale nel terzo trimestre 2019 (-1,3%) che ci relega al 19° posto tra le 20 regioni italiane.

Per rilanciare
la regione
servono un
Osservatorio
sulle imprese,
una task-force
anticrisi e
un servizio
per trovare
investitori

Colpa della stagnazione prevista per l’economia italiana? Anche. Ma soprattutto dell’insufficiente dinamismo imprenditoriale nostrano e dell’atteggiamento ‘ponziopilatesco’ che caratterizza da almeno due decenni il bilancio della Regione Fvg.
Cioè? Lavarsi le mani rispetto allo stato di salute di economia e lavoro perché infatuati dalle opere infrastrutturali faraoniche e dalla prodigalità nei confronti dello Stato. Chi sono gli infatuati? I grandi timonieri alternatisi alla guida della Regione. “Teniamo le antenne ben dritte”, dice ora l’assessore regionale alle attività produttive ma, continua, “se leggiamo le prime pagine del Defr, scopriamo che pur in presenza di percentuali di crescita intorno allo zero virgola la nostra regione tiene, al pari delle altre regioni del Nordest”.
Ma i dati storici relativi all’industria nostrana dicono che il Fvg ha perso il 16,4% del proprio reddito nel periodo 2008-2017 e la exprovincia di Udine addirittura il 23,6%! Perdita non recuperata nel 2018 e tantomeno nel 2019.
Tornando ai dati occupazionali regionali dei primi 9 mesi del 2019, troviamo che il calo riguarda solo altre 4 regioni oltre alla nostra e che il Nordest cresce dell’1%. Con riferimento al 3° trimestre 2019, infine, al calo occupazionale dell’1,3% in Fvg si contrappone la crescita di Nordovest (1%), Centro (0,8%) e Nordest (0,4%). E il bilancio finale annuale nostrano sarà decisamente peggiore. Perché? A causa delle numerose crisi industriali scoppiate nell’area friulana a partire da ottobre. [zt_blockquotes type="box" author="Fulvio Mattioni" author-link="" extra-class="blockquotes"]Nel 2019 si è arrestata la ‘ripresina’ in Fvg, che ha perso in 10 anni il 16,4% del reddito. E nel terzo trimestre di quest’anno l’occupazione è scesa dell’1,3%. Siamo quasi i peggiori in Italia[/zt_blockquotes]Altro che tenere dritte le antenne, urgono: un Osservatorio sulle imprese industriali regionali, una task-force anticrisi e un servizio che si occupi di ricercare investitori istituzionali e privati oltre a imprenditori a livello nazionale ed internazionale. Tre elementi su cui incardinare un ‘Piano di rilancio industriale 2020-2022’ finalizzato a contrastare il ritorno al sottosviluppo del Friuli, cioè a indietreggiare di 50 anni. Calorosi auguri al Friuli e a tutti voi. (Il Friuli)


IlFriuli-20dicembre2019.pdf (0 kB) Il Friuli 29/12/19