Assieme alle immagini di due realizzazioni di Stefano Jus, docente di disegno e colori alla scuola Mosaicisti di Spilimbergo, proponiamo un testo di Antonio "Toni" Pagura, suo amico ed estimatore. Invitiamo i nostri lettori a visitare due realizzazioni collocate all'interno della Loggia pubblica di San Vito al Tagliamento, piazza del Popolo, 38. I lavori saranno visibili fino a tutto luglio

Il coraggio di Davide - Stefano Jus ↕Era la prima settimana di maggio di quest’anno e trovai Stefano in cortile che, tra uno scroscio di pioggia e l’altro, incollava pezzi di tela di sacco su un fondo di tre metri per tre, tagliato secondo linee che sarebbero servite per rendere più agevole il trasporto montando e rimontando il quadro, o forse anche a rendere più drammatica la scena che aveva in testa di rappresentare.
Pioveva tutti i giorni e ogni giorno alla lista dei morti per Covid-19 si aggiungevano episodi straordinari di altruismo, di coraggio, di paura, di rassegnazione, di stupidità; ogni giorno lo scenario rappresentava il meglio e il peggio della condizione umana in “questo” tempo. A marzo e aprile sono passate in televisione le immagini della fila dei camion militari che, a volte sotto la pioggia, portavano ad altre destinazioni i morti di Bergamo. In questo clima Stefano incominciò a raccontare il suo “coraggio di Davide”. Sotto la tettoia del suo laboratorio, contro la parete sud, aiutato da Paolo e Pietro tirò su la sua tela tre per tre… immensa.
Aveva preparato una bozza quadrettata con rappresentata la sua idea di Covid. Incominciò dal cavallo, che ricorda l’affresco del Cinquecento “il trionfo della morte”, con quell’occhio spiritato e la bocca spalancata che par di sentire il fiato potente e mefitico uscire dalle sue froge; la postura di una bestia indomita che cerca di liberarsi di chi la vuol imbrigliare, azzoppare, infilzare. Sotto il cavallo, la paura, la sofferenza, la morte. In “un tempo sospeso”, l’impotenza attonita dell’uomo e della donna in primo piano a mani nude, ricordano immagini possenti del “Pordenone” che Stefano ha frequentato con tanta passione dedicandogli, qualche anno fa, una monografia. L’immagine importante di un vescovo di spalle con una piccola croce nella mano sinistra… Vorremmo tanto che avesse la faccia e l’espressione incupita e severa di papa Francesco che ai “Suoi”, celebrando san Pietro e Paolo, dice: “pregate per chi governa e state zitti”. Il tempo è sospeso quando domina la pandemia; si muore e basta. Non c’è una applicazione che ci salvi; ci si salva se si evita il contagio e quindi “mascherina e distanziamento”.
Omaggio a Pomponio Amalteo - Stefano Jus ↕Ma già nel quadrante sud-ovest l’atmosfera si sta chiarendo. Dal grigio scuro di pioggia del quadrante sud-est al quadrante inferiore di destra con l’immagine della pietà, ma soprattutto nel quadrante superiore la vita si rianima. Il gallo canta, riprendono i mestieri, l’Istituzione piccola e impacciata detta norme. Infine a nord-ovest la vita si ricolora, i bambini si rincorrono e liberano i loro palloncini, suona l’armonica, si formano delle coppie, riprende la vita.
In una settimana di pioggia Stefano ha riempito il suo quadro tre per tre arrampicandosi per dipingere le parti alte su una scala a pioli, con trentasei figure, un cavallo, un cane, giocattoli, il gallo, due anatroccoli… gigantesco.
In aggiunta, per celebrare un affresco di Pomponio Amalteo collocato nel Duomo di San Vito al Tagliamento che l’autore realizzò ex voto per ricordare lo scampato pericolo della peste per tifo a metà Cinquecento, Stefano Jus ha realizzato in tre giorni quel cartone straordinario, in cui si autoritrae al posto dell’Amalteo e sostituisce l’immagine originale di Cosma con l’immagine di suo cugino Massimo del Tedesco morto il 10 aprile. Aveva 59 anni.