Articolo apparso su "Il Friuli del 10 luglio 2020
Il Friuli 10 luglio 2020 - Articolo di U. Muzzatti sulla Francia
L'articolazione amministrativa francese è in fase di profonda e sofferta trasformazione per l’applicazione di una serie di riforme approvate in anni recenti. Essendo stata l’ispiratrice di tutti i modelli unitari centralistici (franconapoleonici), vale la pena citare in breve l’ossatura che ha avuto il sistema francese per oltre due secoli: 101 Départements (corrispondenti alle nostre Province) di cui 96 metropolitani e 5 d’oltremare; 342 Arrondissements dipartimentali (enti intermedi, da non confondere con gli Arrondissements municipali delle 3 principali città: Parigi, Marsiglia e Lione) e ben 35.357 Comuni.
Il Département era ed è tuttora la sede del prefetto e l’Arrondissement una sottoprefettura, a riprova della natura centralistica dell’impianto amministrativo d’oltralpe.
Le Régions furono inserite nella Costituzione del 1958. Ne furono istituite, qualche decennio dopo, 27 (di cui 5 d’oltremare) con ruoli e poteri limitati (assai inferiori a quelli delle Regioni ordinarie italiane).

A quel punto la ridondanza e l’intreccio degli enti territoriali fu massima, fonte di inefficienza e, non di rado, di conflittualità, ben descritta dalla definizione: millefeuille territoriale. 

Anche la Francia si sta
lasciando alle spalle un
sistema troppo articolato,
tanto da essere stato
ribattezzato ‘millefoglie
territoriale

La tavola seguente riporta la situazione in essere sino alla “Riforma territoriale del 2014”.

ARTICOLAZIONE AMMINISTRATIVA NUMERO ABITANTI
Comuni 35.357 1.931
Comunità di Comuni 2.583 26.443
Départements 96 711.499
Regioni 18 3.795.000

Il dato che più colpisce della situazione sino alla Riforma territoriale del 2014 è l’elevato numero di Comuni oltre 35mila appunto) con la conseguente ridotta popolazione media in ciascuno di essi (meno di duemila). Non di meno si potrebbe osservare che in Francia il centralismo ha avuto sul territorio extraurbano effetti meno deleteri che in Italia. Due le ragioni oggettive. La prima l’Arrondissement, ovvero l’ente intermedio compatto tra Comune e Departement, che ha svolto un ruolo di bilanciamento e di raccordo tra questi ultimi. L’Arrondissement da noi potrebbe equivalere al Mandamento che, però, cessato con la riforma Rattazzi del 1859, con la quale il territorio fu lasciato alle sole ‘cure’ delle Province. La seconda ragione è costituita dalla legge per l’elezione dei deputati all’Assemblea nazionale francese: 577 deputati eletti in altrettanti collegi uninominali. In questo modo viene assicurata una capillare rappresentanza a tutto il territorio. Cosa che di fatto non avviene in Italia con i macro collegi, in genere su base provinciale, dove prevalgono le istanze e i candidati delle città, ben oltre le proporzioni demografiche.

Divenuta la situazione insostenibile, si è giunti alla Riforma del 2014, che in effetti è il risultato di almeno tre leggi approvate dal 2013 al 2016 e che stanno producendo gradualmente i loro effetti. Con queste riforme, oltre alla riduzione e semplificazione dell’articolazione, la Francia abbandona l’impostazione centralistica e addotta il modello federalistico per la costituzione degli enti sovracomunali, intermedi tra Comune e Regione. Non più Arrondissements (sottoprefetture) che saranno sostituite dalle Intercomunalità o Comunità di Comuni. I Departements (prefetture) cesseranno di essere elettivi e di avere ruoli nel governo del territorio che, invece, passa alle Regioni per l’area vasta (molto vasta dopo la loro riduzione) e ai Comuni (e loro aggregazioni) per l’area di prossimità omogenea. Le Regioni – ridotte a 18 – saranno elettive e avranno competenze e bilanci significativi, prossimi a quelle delle Regioni autonome italiane più che a quelli delle ordinarie. Dopo il primo periodo di sperimentazione sono stati modificati i limiti minimi per costituire una Comunità. Le Comunità urbane (Metropoles) devono avere almeno 400.000 residenti; ne sono state costituite 14. Il limite minimo per le altre Intercomunalità è passato a 20.000 abitanti e ne sono state istituite oltre 2.500 che comprendono il 90% della popolazione francese.

Per contro la Francia ha scelto di mantenere aperti tutti i numerosi municipi e ha istituito le Comunità di Comuni, ente sovracomunale di tipo mutualistico federalistico per l’erogazione di molti servizi e le politiche di sviluppo delle aree omogenee. Il governo dell’area vasta è passato alle Regioni.