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Come è difficile capire chi non paga le tasse Pubblicato sul "Messaggero Veneto" dell'8 luglio 2020
Messaggero Veneto 8 luglio 2020 - Articolo di F. Mattioni e R. Muradore

Chi non paga davvero le tasse in Italia?
Meglio ancora, chi le evade davvero?
Nel nostro articolo del 13 giugno sul Messaggero Veneto dal titolo "Contrastare l'evasione fiscale" abbiamo risposto a questa domanda con alcune considerazioni fondate su statistiche ufficiali tratte dal Mef (Ministero dell'Economia e Finanze) dal cui report specifico abbiamo tratto anche una tabella che ci pare cruciale sottoporre all'attenzione dei lettori.
Abbiamo, quindi, utilizzato l'analisi macroeconomica anziché vecchi adagi e luoghi comuni.
Siamo convinti che per perseguire davvero la giustizia e la coesione sociale sia necessario sostenere il Welfare e sia, invece, sbagliato evocare l'evasione fiscale perché questa non rappresenta un' alternativa possibile e consigliabile per gli italiani. Evasione impraticabile (e rifiutata) dal lavoro dipendente pubblico e privato e dai pensionati e praticata, invece, dal lavoro autonomo e all'imprenditoria di piccole dimensioni come i dati ufficiali dimostrano chiaramente.

L'evasione fiscale
fiscale non è
un'alternativa
praticabile per
perseguire la
giustizia e la
coesione sociale 

 Andando alla tabella: la somma dei numeri 3,4,5,6 e 13 della seconda colonna, che riassumono le tipologie di imposta esplicitate nelle prima colonna porta, infatti, ad affermare più che fondatamente che il Mef attribuisce l'85,6% di circa 110 miliardi di euro dell'evasione tributaria e contributiva al lavoro autonomo e d'impresa.
Il tema del fisco è stato ripreso in un articolo dal titolo "Chi paga davvero le tasse in Italia" (Messaggero Veneto del 24 giugno) ad opera di chi aveva già scritto della praticabilità dell'evasione fiscale, sempre in un articolo apparso su questo giornale.
È un tema, dunque, che accende gli interessi delle classi dirigenti di questa regione.
Tuttavia par di capire che la lettura che viene proposta sia rispetto ai fenomeni sia rispetto alle possibili soluzioni per giungere a una chiara identificazione delle aree di evasione e elusione fiscale divergono assai a seconda dei vari interlocutori che ne scrivono.

Proviamo a commentare - dal nostro punto di vista - le idee base di quest'ultimo articolo pubblicato in risposta al nostro precedente?
Esse sono essenzialmente due.
La prima - secondo la nostra valutazione - è di aggirare il tema dell'evasione spostando l'attenzione sul tema di chi paga le tasse, tentando così di cambiare le carte in tavola, e la seconda è una ricetta intimistico/sentimentale per favorire la fedeltà fiscale.

L'evasione fiscale è cosa seria.
E' necessario partire dai dati ufficiali e cogliere l'evidente realtà che in essi è racchiusa
- Fulvio Mattioni

Sulla prima idea.
Il non pagamento dell'Irpef da parte dei lavoratori dipendenti (e dei pensionati) viene in qualche modo equiparata all'evasione ufficiale registrata dal Mef. Si ricorda, infatti, che una parte dei lavoratori dipendenti e di pensionati non paga l'Irpef ma si omette di specificare che questi non pagano le tasse in quanto il loro reddito li esenta dal farlo poiché sono poveri.
Il fatto, poi, che una altra parte del lavoro dipendente paghi poca Irpef è imputabile allo stesso fenomeno associato al regime di detrazioni in vigore. In Italia, purtroppo, esistono sia la povertà assoluta che relativa!

Si afferma, inoltre, che il lavoro autonomo sia il motore principale dello sviluppo occupazionale e che senza di esso non vi sarebbe occupazione nel settore privato.
L'Istat (ancora il supporto delle statistiche ufficiali anziché di vecchi adagi orecchiati chissà dove) quantifica le imprese attive in Italia gestite da imprenditori individuali, libero professionisti e lavoro autonomo in 2,77 milioni e i loro occupati in 4,1 milioni. Delle 2,77 milioni di imprese totali, sono ben 2,18 milioni quelle senza dipendenti e meno di 590 mila quelle con dipendenti. Gli occupati complessivi dell'economia privata italiana sono pari a 17,3 milioni di lavoratori. Insomma, i numeri riferiti ai lavoratori individuali, libero professionisti e autonomi sono certamente significativi ma, altrettanto certamente, non porterebbero nessuna "persona informata dei fatti" a concludere che "se non ci fossero i lavoratori autonomi non ci sarebbero nemmeno dipendenti nel settore privato". Al contrario, è più ragionevole concludere che se non ci fossero tante piccole e grandi imprese, con lavoratori dipendenti, non ci sarebbero neppure molti lavoratori autonomi che, in media, operano con 1,5 addetti a struttura. Titolare compreso, ovviamente.

Pare strano, infine, che si citi solo l'imposta Irpef e si dimentichino i pagamenti dell'Ires, Iva, ecc. di competenza delle sole imprese.

Sulla seconda idea.

Lascia perplessi anche l'affermazione che la fedeltà fiscale "non l'hanno sconfitta né i controlli né le sanzioni. La potrà sconfiggere solo la coscienza sociale".

Questa però bisogna costruirla. Cominciando con il dire la verità.

È evidente che si sta parlando della infedeltà fiscale, e non della fedeltà, e che la platea degli infedeli è chiaramente identificata dalla tabella proposta.

Che l'infedeltà fiscale debba essere fronteggiata instillando stille omeopatiche di "coscienza sociale" ci pare un approccio a sua volta "evasivo" visti gli insoddisfacenti risultati conseguiti nel corso di troppi decenni.

In alternativa, forse, la sanzione di sospendere "gli infedeli" dai benefici del Welfare nazionale (assistenza sanitaria, istruzione pubblica, ecc.) sarebbe più efficace? A sostegno di ciò spingono sia l'etica solidaristica che l'adagio "a mali estremi, estremi rimedi". Su quest'ultimo punto, tuttavia, riteniamo ci debba essere un di più di riflessione per interpretarlo in termini meno estremi e più "buonisti".

E' di tutta evidenza che su un argomento come l'evasione fiscale è cosa seria e necessaria partire dai dati ufficiali e cogliere l'evidente realtà che in essi è racchiusa.

Anche se a qualcuno non piace e tenta di nasconderla. --

 

L'EVASIONE FISCALE E CONTRIBUTIVA IN ITALIA NEGLI ANNI 2013-2017
TOTALE E PER TIPOLOGIA, IN MILIONI DI EURO
  2013 2014 2015 2016 2017
IRPEF dipendenti irregolari 3.975 3.964 4.204 4.103 4.338
Addizionali IRPEF dipendenti irregolari 643 715 780 769 799
* IRPEF lavoro autonomo e impresa 29.940 31.405 32.138 34.333 32.178*
* IRES 10.383 9.943 8.128 8.729 9.792
* IVA 35.197 37.090 35.714 36.862 37.683
* IRAP 8.371 8.044 5.487 5.023 5.260
Locazioni 760 754 1.275 767 689
Canone RAI 942 977 1.008 240 225
Accise sui prodotti energetici 1.169 1.306 1.430 1.611 2.077
IMU 5.160 5.140 5.113 4.989 4.872
Tasi 0 0 0 251 247
Evasione Tributaria 96.540 99.338 95.277 97.426 97.913
* Entrate contributive a carico dipendenti 2.376 2.602 2.800 2.764 2.929
Entrate contributive a carico datori di lavoro 7.906 8.688 8.830 8.111 8.843
Evasione Contributiva 10.282 11.290 11.630 10.875 11.772
EVASIONE TOTALE 106.822 110.628 106.907 108.301 109.685

 M20200708_14_MattioniMuradore.pdf (0 kB)